I TRE PRINCIPI
di Raffaella Costamagna Fresia
C’era una volta un Re di nome Vernus: il suo Regno si chiamava Piliva e si estendeva dai monti al mare. Era un Re buono e saggio, amatissimo dai sudditi con i quali condivideva le gioie e i dolori, il suo scopo nella vita era servire il suo popolo e farlo felice.
Un mattino si svegliò prima dell’alba con un acuto senso d’oppressione al petto: di colpo regnare gli parve un peso insopportabile. Si alzò, si sedette nella grande poltrona vicino alla finestra a pensare. Quando sorse il sole mandò a chiamare i suoi tre figli gemelli, Giustino, Franco ed Ermanno: “Figli miei, regnare diventa per me un peso sempre più grande, è tempo di ritirarsi! Ma voi siete gemelli: a chi lasciare il trono e la responsabilità? Così ho deciso: partirete ognuno per un punto diverso del Regno, starete via un anno e dovrete operare per il bene del mio popolo: al ritorno, chi avrà meglio operato sarà Re!”
I ragazzi obbedirono ma, prima di partire, tirarono a sorte: Giustino sarebbe andato verso Nord, Franco verso Sud – Est, Ermanno verso Sud -Ovest.
Giustino galoppò verso Nord fino a giungere alla Città di Verbena, affacciata su un grande lago. Qui fu accolto dal Viceré con balli e banchetti e condotto in lungo e in largo per mostrargli i luoghi, incantevoli angoli di Paradiso con montagne e boschi meravigliosi, corsi d’acqua cristallini, persone sincere e sorridenti… Il Principe si scervellava: che fare per accrescere la loro gioia?
Un giorno, durante una passeggiata a cavallo, vide un ragazzino seduto, triste e solo, sotto un albero: “Come mai non è a scuola?” chiese il Principe al padre che tagliava la legna “E’ cieco, mio signore. Come potrebbe leggere e studiare?” “Capisco. Ci sono molti nelle stesse condizioni?” il taglialegna sospirò “Sì, giovani e meno giovani, destinati dal buio alla solitudine”. Il Principe annuì in silenzio e già un pensiero gli frullava per la testa….
Franco galoppò verso Sud – Est fino ad arrivare in riva al mare ad una Città chiamata Genua dove il Viceré, accoltolo con gioia organizzando feste e spettacoli, lo condusse a cavallo a vedere i luoghi. Quali emozioni suscitavano quelle montagne che si specchiavano nel mare blu, quelle case aggrappate l’una all’altra e dipinte nei colori della primavera, quegli olivi secolari! Il porto, poi, era un brulicare di gente e le grida dei pescatori si levavano festose nell’aria mescolate agli stridi dei gabbiani…. Il Principe si lambiccava il cervello per trovare il modo di obbedire al padre. Non era affatto semplice! Una sera, tornando a palazzo, vide una cosa curiosa: in un angolo della grande piazza sedeva una famigliola; il padre dava da mangiare a due bimbi di pochi anni mentre il più piccino poppava al seno della madre. “Chi saranno?” chiese al Cavaliere che lo accompagnava, Messer Enrico: “Mio Principe, a Genua ci sono ottimi medici per curare tutti i malanni dei piccoli: molti vengono, anche da Regni lontani ma non sempre trovano alloggio così si aggiustano” e mentre parlava Enrico si asciugò una lacrima. “Capisco” mormorò il Principe mentre un’idea gli nasceva dentro….
Ermanno galoppò verso Sud – Ovest fino a giungere alla Città di Luxerna. Il Viceré lo accolse a braccia aperte, con danze e spettacoli e, orgoglioso, lo condusse in giro. Che spettacolo! Dolci colline si succedevano trasformandosi piano piano in alti monti di rocce grigie luccicanti nel sole, prati verdi di fieno odoroso si alternavano a boschi di querce e castagni, un piccolo, tranquillo torrente scorreva nel fondovalle. “Che luogo di fiaba!” pensava il Principe “E che persone accoglienti e gentili!” E il compito assegnatogli dal padre gli sembrava sempre più difficile. Una sera, dopo cena, Messer Valtero, salutandolo, gli disse: “Domani pioverà! Non credo che riusciremo a fare la nostra cavalcata”. Nella notte, infatti, la pioggia iniziò a cadere, insistente e cadde per tutta la giornata seguente e la notte ancora. A mattina Messer Valtero disse preoccupato al Principe che lo interrogava: “Piove troppo, la terra ormai non assorbe più”. E nella notte fu il disastro: il placido torrente gonfio d’acqua usci dagli argini e quando, tornato il sole, si ritirò, lasciò dietro di sé distruzione e morte.
Anche la piccola costruzione, dove gli abitanti si trovavano per festeggiare i piccoli e grandi eventi della Comunità, non esisteva più. Lacrime scorrevano sul viso del Principe per quella gente buona e semplice e un’idea nasceva dal pianto pieno di dolore….
Un anno era passato e Re Vernus attendeva con ansia il ritorno dei figli: quando i Principi arrivarono furono subito condotti dal padre che li abbracciò con trasporto: “Raccontatemi cosa avete fatto, figli miei in modo che io possa decidere chi sarà il nuovo Re!”
Così Giustino raccontò come nel Nord avesse organizzato un folto gruppo di persone che leggevano i libri di scuola ai piccoli ciechi permettendo anche a loro di istruirsi e come quest’attività si stesse espandendo anche a favore di chi bimbo più non era ma che non vedeva più per età o malattie che potevano, così, alleviare la loro solitudine. Il Re batté le mani entusiasta: “Un Libro che diventa Parlato!”
Franco spiegò come ora a Genua sorgesse una grande casa in riva al mare per ospitare i bimbi malati e i loro genitori. Il Re felice applaudì: “Una Casa d’Accoglienza proprio sulla Marina!”
Ermanno descrisse i tristi giorni dell’alluvione, la distruzione, la morte, il dolore e di come, ora, là sorgesse una struttura solida e bella per quanti volevano condividere un sorriso, una gioia o una tristezza, un momento di gioco o riposo. Il Re era al settimo cielo: “ Un Centro per stare Insieme!”
Poi tacque, pensoso.
I Principi attendevano la sua decisione: “Figli miei, un anno fa vi assegnai un compito non facile: fare del bene al mio popolo. Voi avete superato le mie aspettative. Chi è stato il migliore? Chi sarà Re? Scelta difficile! Così ho deciso: il Regno è grande abbastanza per essere diviso in tre: Giustino regnerà sui territori del Nord, Franco su quelli a Sud – Est ed Ermanno su quelli a Sud – Ovest. Regnate con saggezza e onestà, voi e i vostri figli. In caso di controversie, trovate sempre un punto d’incontro per il bene dei sudditi pensando che i vostri Regni sono sì divisi ma non devono essere separati. Soprattutto, ricordate che la missione di un Re è essere al Servizio dei suoi sudditi”.
Ciò detto depose la corona, il mantello e lo scettro sul trono e, presa la Regina per mano, se ne andò lontano a pescare.
Fu così che il Regno di Piliva fu diviso in tre!!!
Luoghi, Personaggi ed interpreti:
Piliva è il vecchio Distretto, PIemonte, LIguria, VAlle d’Aosta.
Il Re Vernus è l’ultimo Governatore del Distretto unito.
I suoi figli Giustino, Franco ed Ermanno sono i tre primi Governatori dei nuovi Distretti.
Raffaella ha scritto questa favola nel giugno del 2005 come editoriale al numero speciale del decennale dei tre distretti, pensando a quel Distretto, grande e operoso, di cui, prima come Leo, poi come Lioness e infine come Lions aveva fatto parte e ai tre che ne sono nati e rendendosi conto di non rimpiangere la scelta di servizio che aveva fatto, augurandosi che le figlie intraprendessero la stessa strada.
Dal passato al presente verso il Futuro, con Speranza.
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