Prima di parlare del futuro, ti chiedo un bilancio del tuo anno da Governatore del nostro Distretto.
Ho iniziato in punta di piedi, ma senza timore di sollecitare passione e sentimenti fra i Club, l’opportunità che mi offriva il fatto di essere uno dei DG del centenario era troppo ghiotta!
Partendo dalla nostra storia e dai nostri simboli ho cercato quindi di rinnovare il grande senso di appartenenza presente in tutti noi ed i fatti mi hanno dato ragione.
La risposta che tutti i soci del Distretto hanno dato ai grandi e tragici eventi avvenuti nel mio anno di DG, mi ha commosso ed esaltato (più di 200.000 euro raccolti per terremoto, cani guida e morbillo sono lì a testimoniare chi siamo), ma soprattutto mi hanno confermato della grande forza che i Lions sanno mettere in campo quando è necessario.
Com’è oggi la salute del Lionismo in Italia? Cosa c’è da migliorare e come pensi di poter contribuire a farlo?
Se per salute intendiamo i numeri la realtà è sotto gli occhi di tutti, stiamo perdendo soci e club da anni.
Se invece alziamo gli occhi e guardiamo allo spirito lionistico che l’Italia rappresenta grande è la passione, l’impegno e poliedricità che i Club sanno mettere in campo quando sono lasciati liberi li lavorare, inventare e produrre service.
Cito soltanto alcuni esempi: il Lions Day che ha visto scorrere in tutta l’Italia una ventata di sana passione Lionistica con fiorire di giacche gialle (per lo spirito che esse rappresentano) con iniziative non solo di immagine, ma di concreta partecipazione alle criticità delle nostre comunità di appartenenza, gli screening sanitari, gli impegni nel campo della vista, le nostre grandi battaglie nelle scuole, il riconoscimento del valori nazionali, ecc.
Secondo te la visione dall’esterno dei Lion è cambiata o c’è ancora da lavorare in questa direzione, e come?
La nostra grande sfida sarà ed è quella della comunicazione.
Dobbiamo crescere nell’autostima, spesso gli “altri” pensano di noi cose molto più positive di quella che pensiamo noi di noi stessi, l’esempio è venuto dal nostro impegno per il terremoto dell’Italia centrale, quanti ci hanno detto “li diamo a voi perché sappiamo che voi li spendete bene”.
Diamo sostanza a quello che facciamo e nel contempo presentiamoci per quello che siamo: VOLONTARI DEDICATI AL SERVIZIO.
Se così faremo non avremo bisogno di altro che di metterci il nostro Cuore e la gente capirà perfettamente chi siamo e cosa facciamo, facendo attenzione al fatto che purtroppo è vero anche il contrario.
Sei il primo presidente del Consiglio dei Governatori del nostro Distretto dalla sua nascita, oltre venti anni fa: pensi che la tua nomina sia anche un riconoscimento al Distretto 108Ia3?
Io mi sento un figlio del nostro piccolo Distretto, da esso ho preso la storia e l’esperienza di Lions che non hanno avuto mai timore di confrontarsi e perseguire il proprio senso di appartenenza, di un Distretto libero da condizionamenti di qualsiasi tipo.
Il fatto che io sia il primo CC penso abbia poca importanza, soprattutto per me stesso, spesso sono altre le componenti che determinano l’elezione o meno di un candidato a prescindere dall’eccellenza che esso rappresenta e, credetemi, il nostro Distretto ho espresso tanti DG che avevano le capacità e la competenza per ricoprire questo ruolo.
L’equazione del nuovo secolo di Lionismo che ci viene dalla sede centrale è We + Serve = Action. Come la vedi calata in un popolo di individualisti come il nostro?
Trovo questa espressione la sintesi perfetta del nostro momento storico e sociale.
Contarci, capire cosa fare e quindi AGIRE, le cose semplici spesso sono quelle più difficile da realizzare.
Gli …ismi sono la deterrenza della squadra è vero, ne siamo consapevoli, ma siamo tanti, aiutiamoci a far vincere sempre il NOI sull’IO.
Come immagini l’Associazione nel 2117?
Dinamicità, professionalità, capacità di esprimere eccellenza e grande velocità di comunicazione fra tutti i Lions del mondo.
Siamo quasi un milione e mezzo di soci nel mondo, parliamo decine e decine di lingue diverse, rappresentiamo le necessità di centinaia di paesi, abbiamo valori positivi comuni.
Abbiamo tutto per il futuro, ci manca solo un linguaggio comune che vada oltre i confini territoriali, che ci rappresenti, ma soprattutto che ci consenta di comunicare fra di noi alla velocità che il mondo ci chiede (ci stiamo lavorando).
Dobbiamo essere più consapevoli che l’intera umanità ha bisogno di noi, possono passare i secoli, ma questo rimarrà sempre il nostro futuro, cambieranno i mezzi di comunicare, cambieranno i modi di vivere, ma noi saremo sempre lì….
DOVE C’E’ E CI SARA’ UN BISOGNO