DISTRETTO LIONS 108 Ia3

Le vie albesi in Kenya. Un esempio di solidarietà ed economia circolare. L’impegno del Club Lions Alba Langhe

Le vie albesi in Kenya. Un esempio di solidarietà ed economia circolare. L’impegno del Club Lions Alba Langhe

Si è conclusa giovedì 15 settembre, in Fondazione Ferrero, la Tavola rotonda in merito alla solidarietà del Lions – e non solo – a favore del Kenya. Un viaggio nel tempo e nello spazio ripercorso attraverso un bellissimo libro fotografico e con le testimonianze di chi, nel tempo, è stato coinvolto nel Service keniota.

Le vie della fede in Kenya partono da lontano e risalgono ai tempi di don Paolo Tablino, ma anche di altri missionari che furono i primi a recarvisi. La scelta fu Marsabit, vicino al lago Turkana, dove è nata Lucy, la prima donna sulla Terra.

Come saltò fuori la destinazione di questa località, per noi è un mistero, ma è stato interessante conoscerne la risposta da parte di monsignor Marco Brunetti, presente alla Tavola rotonda, assieme ad altri qualificati relatori.

Un ricordo imperituro di don Tablino, in quella terra che gli aveva geneticamente modificato il DNA, è stato raccontato dal fratello Lorenzo, durante il convegno.

Come comincia questa storia di don Tablino che si tinge di aneddoti, leggende e misticismo? Tutto parte nel 1957 con l’enciclica Fidei donum di Pio XII, attraverso la quale, il papa – ci racconta don Sandro Borsa – invita le Chiese d’Occidente a donare preti all’Africa. Don Tablino è fra i primi a rispondere.

Nel 1959 arriva a Nyeri, in Kenya: là costituisce il Seminario e vi insegna dal 1960 al 1963. Il vescovo, monsignor Cavallera, leggenda di un Kenya lacerato da lotte tribali, lo incarica di andare verso il nord, ai confini d’Etiopia e Somalia, tra le tribù Samburu, Borana e Rendille.

Saltiamo tutta la storia leggendaria di don Paolo Tablino e arriviamo ad una nuova missione umanitaria che, stavolta, avviene in un altopiano a 450 chilometri da Marsabit e 130 da Nairobi, a cura della diocesi veneta e vede, prima in don Giovanni Dalla Longa e poi in don Sandro Borsa, gli artefici di una sorta di miracolo avvenuto nel ‘65, fatto anche di economia circolare e sostenibilità che osservano un piccolo plesso ospedaliero diventare quella grande struttura che è oggi, cinquant’anni dopo.

A questo punto una domanda sorge spontanea: cosa c’entrano Marsabit e North Kinangop Hospital, il professor Bruno Frea, urologo che va in missione a Kinangop, il Club Lions Alba Langhe, con il suo past president Tommaso Lo Russo, che ha coinvolto il Politecnico di Torino?

Un percorso religioso si può legare ad una via laica? Ebbene sì e sono le tante declinazioni di solidarietà umana che non patiscono confini.

A tutte queste domande e molte altre hanno risposto, con il moderatore Gian Mario Ricciardi, monsignor Marco Brunetti, Bruno Frea, Maurizio Repetto, in rappresentanza del Magnifico Rettore Claudio Saracco, nonché professore del Politecnico e responsabile del progetto di efficientamento energetico – che parte della centralina di rilevazione fornita dal Gruppo Egea – appena avviato dal Politecnico, don Sandro Borsa, lo stesso Tommaso Lo Russo, Francesca Gerbi ed il fotografo Rino Tesio.

La serata è stata arricchita dagli scatti fotografici di quest’ultimo, trasfusi in un suggestivo libro a cura dei grafici Andrea e Lara Astegiano e gli scritti di Francesca Gerbi, Tommaso Lo Russo e Nicoletta Tomaino.

Durante la Tavola rotonda ci sono state, inoltre, le testimonianze del ginecologo Massimo Foglia e Lorenzo Tablino e gli interventi dell’Amministratore delegato del Gruppo Egea, Pier Paolo Carini.

Il saluto introduttivo è stato portato dal presidente del Gruppo Ferrero, Bartolomeo Salomone.

Tommaso Lo Russo