… dove il Tango argentino e la Barbera d’Asti
si sposano in un legame virtuale
tra l’armonia dei vini del nostro territorio
e quella, più coreografica ed appassionante,
sprigionata dal ballo sudamericano …
Entrare in una Milonga, qualunque essa sia, popolare e non, è entrare in un universo in cui inevitabilmente bisognerà incontrare l’altro, un mondo di storie, di gente che scappa da qualcosa, che cerca qualcosa, che da sola cammina, che improvvisa, che prova, che ci riesce o che miseramente fallisce. Una Milonga è uno di quei luoghi non luoghi, come gli aereoporti o le stazioni, in cui si passa, ci si incrocia, si beve insieme, si balla insieme e poi si va, a volte insieme, a volta senza neanche salutarsi o senza sapere il nome del compagno di ballo. Del tango esistono milioni di definizioni: il pensiero triste che si balla, una metafora della vita…un anelo eterno verso qualcosa che non troveremo mai.. Il tango è tante cose, è l’improvvisazione della vita è per ognuno qualcosa di diverso. Nel tango non c’è menzogna, neanche il più grande dei bugiardi durante un tango potrebbe riuscire a mentire. Puoi desiderare, anelare, scegliere, inseguire qualcosa o qualcuno, ma alla fine sarà il ballo a decidere. È a partire dal momento dell’abbraccio, dal momento in cui la donna si affida all’uomo, che ogni realtà è disfatta e l’unica ad imporsi sarà quella dello spazio in mezzo fra quei due corpi. Ci sono due corpi e uno spazio in mezzo da riempire con passi precisi ma non previsti, studiati o calcolabili. Non ci sono esperti o meno esperti, non ci sono insegnanti o guide, non ci si può educare a ballare con l’altro, avviene e non ci può essere menzogna o forzatura.
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La Barbera è un vino del Piemonte dove per tradizione è indicato col femminile (la Barbera appunto).
La sua espansione è stata costante nei secoli ed oggi è il vitigno a bacca rossa più diffuso nella regione. Il Barbera, vitigno autoctono, è diffuso mediamente in tutto il Piemonte, principalmente nella zona di Alba e di Asti.
La Barbera è da bere giovane, nella sua versione senza invecchiamento, da lasciare riposare alcuni anni prima di degustare nelle sue versioni superiori.
Vino di gran classe, robusto e ricco di personalità, apprezzato sulle tavole internazionali, si adatta anche molto bene nella preparazione di alcuni piatti tipici piemontesi, come arrosti di carne o risotti.
Una prima traccia della Barbera si riscontra in uno scritto del XVII secolo conservato nel municipio di Nizza Monferrato. Nel 1798, entra ufficialmente nell’elenco dei vitigni piemontesi quando viene redatta la prima Ampelografia dal conte Nuvolone della Società Agraria di Torino.
Si diffonde rapidamente nell’Ottocento e nel Novecento e oggi è considerato il principale vitigno a bacca nera del Piemonte.
Dai toni rustici è celebrato da poeti di valore, quali il Carducci e il Pascoli.